Nel tardo Medioevo si aprono le porte in quella che sarà una delle inquisizioni – sebbene le più famose fossero l’inquisizione portoghese, spagnola e romana unite nella lotta contro la Riforma, dando l’inizio alla Controriforma – più potenti al mondo. In questi anni abbondavano i trattati sulla tortura per legittimarla e disciplinarla, già nei giuristi medievali si avvertivano delle vivide preoccupazioni per gli abusi e i dubbi sull’efficacia di tale trattamento.
La tortura veniva esercitata in materia civile a fini probatori, ma soprattutto aveva l’obiettivo di rendere più certe le sentenze nei processi criminali ai testimoni poco attendibili o reticenti. Tanto nei processi civili e quanto in quelli inquisitoriali, la tortura era raccomandata in casi specifici: quando l’imputato si ostinava a negare la sua colpa ma che, a suo tempo, non fosse neanche in grado di provare la propria innocenza. Veniva attuata anche nel caso il colpevole aveva confessato la sua colpa ma che, allo stesso tempo, non era del tutto credibile.
Vi erano previste delle categorie dove la tortura non era applicabile, come ai cavalieri, ai nobili, ai chierici e ai bambini; gli anziani, alle donne gravide e le puerpere, per chi dichiarasse di avere una qualche malattia e quindi non in grado di resistere a tale prova, avendo anche il diritto di essere visitato da un medico.
La tortura poteva essere solamente applicata su una solida base di una preliminare sentenza, rispetto alla quale l’imputato poteva appellarsi. Spesso era anche la paura della sofferenza a portare l’imputate a confessare la verità; poi – sempre riguardante la tortura –, essa doveva essere posta sotto i limiti e i tempi sanciti nella sentenza. La tortura si poteva iterare in singoli e specifici casi e dopo una maturata riflessione.
I sistemi e i mezzi di tortura cambiavano a seconda degli usi e costumi e, soprattutto, le consuetudini locali; ma nel corso del XVII-XVIII secoli si disciplinò secondo le varie normative statali. Una delle torture più comuni erano i tratti di corda, il cavalletto, il fuoco, la stanghetta, le cannette, la veglia e la bacchetta. Il testimone o il colpevole che avesse resistito al dolore senza ritrattare la propria confessione, era considerato veridico, ma se avesse resistito senza fare alcuna confessione, era dichiarato innocente.
La tortura era seguita minuziosamente dai notai, i quali annotavano nello specifico ogni singolo movimento e parola detta.
Molti inquisitori erano reticenti nell’uso dell’extrema ratio, la tortura, contrariamente a quanto si pensi, spesso era richiesta dai tribunali laici che da quelli inquisitoriali; anzi, frequentemente molti inquisitori citavano il duro giudizio sui limiti della tortura.
Il pensiero ecclesiastico che portò ad avversare tale vessazione comincia da Tertulliano e da Agostino; ma non dimentichiamo che dietro al loro sorvegliato lignaggio vi erano carnefici e strumenti che somministravano dolore, e la considerazione che gli inquisitori erano onesti e in buona fede non deve fare dimenticare la sostanza brutale di coloro che, invece, se ne servivano.
Nel diritto romano la tortura era una pratica usata nell’interesse stesso dell’imputato, dove in mancanza di chiare prove vi era la forza d’animo che dimostrava la sua innocenza, in caso contrario, la stessa colpevolezza. Dato il carattere doloroso e umiliante, questo metodo vessatorio veniva unicamente, in certi determinati casi, utilizzato per soggetti non liberi. Ma per molti la tortura stessa era uno strumento fragile e rischioso, fu per questo che durante l’Alto Medioevo quest’ultima veniva sostituita con l’ordalia.
Nel periodo della regolarizzazione della pratica della tortura furono fissati alcuni punti: si dovevano evitare le mutilazioni permanenti e la morte.
L’epoca peggiore riguardante la tortura fu il Rinascimento, dove bastava solo un sospetto di stregoneria, una scappatella extraconiugale o un debito non pagato per finire legati e messi sotto tortura.
Sempre quest’ultima non era una punizione, questo sia chiaro, ma un metodo giudiziario per provare una colpevolezza o una prova di innocenza. La stessa usanza antica traeva origini dal mondo greco-roano e, ancora prima, dagli antichi egizi. Con la fine dell’Impero romano questa pratica venne dimenticata per poi essere reintrodotta nel tardo-medioevo. Un primo caso di tortura lo si ha testimoniato e documentato nel 1228; ma i giudici e gli inquisitori del tardo Medioevo non erano poi così sprovveduti. Come citato poche righe prima, essi sapevano bene che la tortura era un meccanismo inaffidabile e che se ci si spingeva oltre un certo limite non aveva più alcun valore. Fu per questo motivo che vennero enunciati una serie di regolamenti e norme per disciplinarne l’utilizzo, al fine di renderlo il più obiettivo ed efficiente possibile.
L’accusato che doveva essere sottoposto alla tortura veniva avvertito in anticipo, una delle tattiche che potevano indurlo a confessare per il timore di provare dolore. Ma se l’accusato si dichiarava ancora innocente senza prove schiaccianti ed era pronto a essere sottoposto a tali metodi, allora si procedeva.
La tortura fu un metodo utilizzato dal Basso Medioevo fino all’età Moderna per indurre a confessare, il sistema più comune fu quello della corda strappata.
Nel Seicento dell’anno mille, la caccia alle streghe rese la tortura più violenta e sottoposta a categorie dove era proibito durante gli anni della fine del Medioevo, soprattutto nelle terre germaniche. Succedeva anche l’amputazione degli arti, pratica proibitiva prima dell’avvento del Rinascimento. Resta di fatto che erano comunque metodi proibiti dalla Chiesa, ma applicati dalla legge laica.
Anche se si pensa che il Rinascimento fu un’epoca di sole mentre il Medioevo viene tutt’oggi considerata un secolo, erroneamente, oscuro, fu dal XVI secolo in poi che peggiorò il metodo di tortura e si diffuse in tutta Europa la paura della stregoneria. Mentre si innalza la storia di Michelangelo, la scoperta di Galileo, il quale aveva fondato le basi del metodo scientifico, per non parlare di Copernico, Keplero, Cartesio, etc… le forme più orribili di tortura, la caccia alle streghe fu una piaga che imprigionò tutto il continente europeo.