L’Impero bizantino

Mentre in occidente il medioevo è strettamente germanico come «una razza pura senza mescolanze che non assomiglia che a se stessa…» così afferma Tacito, 98 a.C. (Germania), ma, contrariamente a ciò che afferma lui non è mai esistita una comunità germanica originaria, omogenea dal punto di vista culturale e linguistico; i vichinghi da cui avrebbero generato i popoli germanici differenziandosi gli uni dagli altri, crearono la loro società medievale. Ricordiamo, prima di passare all’oriente bizantino, che la civiltà germanica si formò lentamente, in seguito all’espansione degli Indoeuropei nell’Europa del Nord, unendosi con le popolazioni indigene (ma tratteremo questo argomento, specificando i tre grandi gruppi germanici, nel prossimo articolo).
In occidente, come menzionato qui sopra, si stava delineando una realtà attraverso la fusione tra civiltà germanica e quella romano-cristiana; in oriente l’Impero romano d’oriente non era ancora caduto, mostrando una sorprendente capacità di resistenza alle pressioni esterne e tensioni interne.
I bizantini – non tralasciando il diretto collegamento col passato romano, talché romani e tale continuarono a chiamarsi –, il risultato di una nuova forma statale e di una nuova civiltà, e Romània (Dacia) fu il nome con cui tutto il Medioevo fu indicato l’impero bizantino. Il termine Romania deriva quindi dall’aggettivo latino Romanus ovvero Romano, dove poi il punto di partenza dello Stato bizantino fu l’11 maggio del 330, quando Costantino inaugurò – dandole il suo nome – la nuova capitale sul Bosforo. Stiamo chiaramente parlando di Bisanzio, la Costantinopoli cristiana, poi rubata e nominata magnificamente Istanbul dagli Ottomanni. Fu così che Costantinopoli fu attrezzata a imitazione della prima città di quello che fu un grande impero: Roma.
Lo scrigno che protesse l’impero d’Oriente fu una chiusura verso le immigrazione barbariche, germaniche. Si affermò una chiusura netta nei confronti dei germanici che, spinti dalla questione Unna, vennero diretti verso l’impero romano d’Occidente causandone una trasformazione tale da nominarla nel tempo: la caduta dell’Impero romano d’Occidente.
È da sottolineare come la terminologia recente, come Impero Bizantino, non venne mai utilizzata durante gli anni dell’impero (non dimentichiamo che l’Impero romano d’Oriente, separatosi dall’occidente dopo la morte di Teodosio I nel 395 d.c. dovrebbe segnare la fine dell’impero “romano” per sostituirlo con il termine “bizantino”, da Bisanzio, l’antico nome della capitale Costantinopoli, oggi Istanbul), inquanato i bizantini stessi si considerassero romei – romani in lingua greca – nominandosi: Basileia Rhomainon, Regno dei romani o Rhomania. La dicitura di “Impero bizantino” fu introdotta nel 1557 dallo storico tedesco Hieronymus Wolf, il quale, in quell’anno, stampò il libro Corpus Historiae By­zantinae.
I bizantini si definivano romani, anche se in lingua greca ma, dove, la lingua ufficiale non fu altro che il latino, definita una cultura latina accanto a quella greca e Costantinopoli continuò a essere comunque, fino agli inizi del XIII sec., la città più ricca e popolosa dell’epoca, custode almeno in parte dell’eredità culturale romana.
Ai bizantini si deve anche, per noi italiano, il nome alla Romagna: derivando dal tardo latino Románia, quando l’Italia fu divisa tra aree soggette ai Longobardi e all’Impero Romano d’Oriente. Románia assunse quindi il significato generico di “mondo romano” (in opposizione a quello longobardo). Romagna, terra dei romani, contro e in netto contrasto alla Longobardia, terra dei longobardi. Longobardia e Romania, la zona dell’attuale Romagna di dominio bizantino che, con il risorgimento italiano, fu rinominata col suo originario Emilia ma che, nel 1947, fu definitivamente identificata con Emilia Romagna.
L’Imperi bizantino ebbe molte lotte, la prima fu la separazione, la scissione – la prima scissione, mentre la seconda si avrà con l’anglicanesimo per mano di Enrico VIII – della chiesa cristiana, dividendosi in cristianesimo cattolico della chiesa romana e cristianesimo ortodosso della chiesa greca.
Con il problema delle crociate e altre lotte contro i Turchi, l’Impero bizantino terminò nel 1453. Nato nel 395 fu uno degli impero più lunghi nella storia – se considerato parte dell’Impero romano –, un impero che ebbe vita per molti anni.
Espugnata Costantinopoli nel 1204, venne fondato l’Impero latino, da cui scaturirono tre stati bizantini: Impero di Nicea, Epiro e Trebisonda. Il primo, sotto la dinastia dei Paleologi, riuscì a riconquistare Costantinopoli nel 1261. Infine i Turchi ottomani invasero l’impero, abbandonato dagli europei perché rifiutata la riunificazione con la Chiesa Cattolica, ponendo quest’ultima come stato assoluto.
Maometto II pose fine all’impero, l’urto poderoso degli Arabi – i quali travolsero l’impero persiano – ci misero molti anni per poter entrare in quello bizantino. All’interno di questi confini, non solo resistettero a lungo tempo contro le pressioni arabe e bulgare, nel corso di questi anni riuscirono a far fiorire in un’età dell’oro la cultura di Bisanzio, soprattutto in Italia e nei Balcani. Vi fu anche la bizantizzazione degli Slavi, quindi il formarsi di una cristianità slavo-ortodossa: una cultura ancora presente ai giorni d’oggi.
Nel corso del VI secolo fecero la loro comparsa nei territori bizantini dei Balcani gli Slavi, che giù nel secolo precedente si erano insediati in Russia, Ucraina fino al Don. Si colloca la loro prima apparizione nella catena dei Carpazi, nell’attuale Polonia, Boemia, Slovacchia e Ucraina. Questa tribù si divide in Slavi occidentali (Slavi dell’Elba, Polacchi, Cechi e Slovacchi), Slavi meridionali (Sloveni, Croati, Serbi, Macedoni) e Slavi orientali (Russi, Ucraini, Russi Bianchi). Questi popoli si ritrovarono a confrontarsi con popolazioni come: Germani, Illirici (gli odierni albanesi), Daci (gli odierni rumeni), Sarmati, Finni e altre tribù nomadi e seminomadi; facendo degli scambi commerciali con Avari e Bulgari.
Si ritrovarono in un territorio diviso tra la Chiesa bizantina, Chiesa romana e l’Impero romano-germanico fondato da Carlo Magno.
Le tribù slave furono assorbite ma, allo stesso tempo, molti popoli (come i bulgari) subirono una sorta di slavizzazione. In un Medioevo dove la Cristianizzazione prendeva campo, anche i popoli slavi ne furono avvolti. Cristiano ortodossi furono i Russi, Ucraini, Bielorussi, Serbi, bulgari-slavi e Macedoni; Cristiano cattolici il rimanete delle popolazioni slave (croati, polacchi, etc…).
Gli slavi del ceppo ortodosso – si tratta di due missionari bizantini di Tessalonica, ma di origine slava – non si fermarono a una semplice evangelizzazione, affiancarono a essa una lingua liturgica slava; per questa lingua Cirillo e il fratello Metodio crearono un alfabeto, il glagolitico, avendo alla base l’alfabeto greco corsivo; da qui seguì l’alfabeto cirillico, da cui sono derivati gli alfabeti russo, bulgaro e serbo.
Romania veniva indicata con il nome di Valacchia o Moldavia, in particolare col termine Valacco, il quale deriva da Vlah e utilizzato dalle popolazioni germaniche e slave per definire tutte le persone europee di lingua latina.

Pubblicato da isottafranci

Scrittrice, illustratrice, pittrice e appassionata in storia

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora