Alessandro Magno, tra leggenda e realtà

Alessandro Magno è incoronato dalle leggente come uno dei grandi uomini che vissero in un passato non reso molto chiaro, ma la tecnologia è cambiata e sono state fatte nuove scoperte.
Siamo tra il 334 e il 323 a.C., Alessandro Magno, grande comandante militare e re dell’antico regno della Macedonia, creò il più grande impero dell’epoca. I confini del suo impero si estendevano dalle attuali Grecia, Bulgaria e Turchia fino a Siria, Libano, Israele, Egitto, Iraq, Iran, India e gran parte dell’Asia centrale. Alessandro Magno conquistò tutto questo quando era ancora poco più che trentenne – per i canoni di quell’epoca era più che un uomo – poi una malattia si impossessò di lui, portandolo via in pochi giorni; in precedenza si pensava fosse morto per malaria, febbre da tifo o polmonite o, se non peggio, per mano di un veleno. Ma ora un nuovo studio ha svelato la vera causa della sua morte. “Un team di ricercatori guidato dal Dott. Thomas Gerasimidis dell’Università Aristotele di Salonicco, studia da quasi 25 anni gli ultimi giorni di vita di Alessandro Magno e ora è giunto finalmente ad una conclusione: il conquistatore è morto di necrosi pancreatica”.
«Dopo un’attenta analisi, Gerasimidis ha concluso che una grave sepsi, portata da una necrosi pancreatica acuta, ha spezzato la vita del comandante militare. Si ritiene che la malattia sia stata provocata da calcoli biliari e dalla passione di Alessandro Magno per alcol e pasti pesanti. “La comparsa dei sintomi è stata caratterizzata da un forte dolore addominale dopo un abbondante pasto e vino, seguita da febbre e un progressivo e fatale peggioramento per 14 giorni”, ha spiegato Gerasimidis. Secondo le fonti dei ricercatori, nel primo giorno della sua malattia, che lo colpì in Babilonia (l’attuale Iraq) mentre stava pianificando la conquista di Cartagine, Alessandro avvertì un forte dolore addominale ed ebbe la febbre, che portarono i dottori a farlo vomitare per poi optare per bagni freddi cercando di abbassare la temperatura; ma la febbre, la sudorazione e i brividi del conquistatore continuavano, peggiorando con difficoltà respiratorie, spossatezza, ittero e delirio. Dopo 14 giorni, il 13 giugno del 323 a.C., Alessandro Magno morì di grave sepsi all’età di 32 anni, afferma Gerasimidis. Infine, l’esperto ha sfidato anche la teoria secondo cui Alessandro potrebbe essere stato avvelenato, dicendo che considerata la primitiva natura dei veleni disponibili all’epoca, il re sarebbe morto entro poche ore, piuttosto che vivere e soffrire per 14 giorni.»
La lunga conquista di Alessandro Magno, considerato dai greci un cugino alla lontana, portò alla diffusione della cultura, della lingua e dell’influenza greca su gran parte del Medio Oriente, dell’Impero Persiano, dell’Asia occidentale e dell’Africa nord-orientale. Un regno dove caratterizzò il periodo ellenistico anche in territori a chilometri di distanza, fondando città portatrici del suo nome come: Alessandria d’Egitto, la costruzione di grandi templi e l’aumento del commercio tra Europa e Asia.
La storia: Alessandro III, detto Alessandro Magno, nacque a Pella (Macedonia) il 20 luglio del 356 a.C. dall’unione del re Filippo II di Macedonia e della moglie Olimpiade, principessa di origine epirota; da parte di padre discende da Eracle, mentre dalla parte materna annovera tra i suoi antenati Achille, l’eroe omerico. Una leggenda narra, divulgata anche da Alessandro stesso, che lui sia il figlio di Zeus. All’epoca della nascita di Alessandro, sia la Macedonia che l’Epiro erano ritenuti stati semibarbari, alla periferia settentrionale del mondo greco – i greci li consideravano cugini alla lontana.
Ma l’educazione che Filippo diede al figlio fu di stampo greco e, dopo Leonida e Lisimaco di Acarnania, scelse come suo maestro il filosofo greco Aristotele che lo educa insegnandogli la scienza e l’arte, soprattutto l’Iliade; rimanendo legato a lui sia come amico che come confidente.
Il sogno di un impero universale: Alessandro è una delle maggiori figure della storia, per la grandezza delle sue imprese, il fascino legato alla sua personalità e a fatto di essere morto al culmine della sua gloria poco più che trentenne; è diventato una vera e propria leggenda. Macedone di nascita, dominò la Grecia, culla della civiltà occidentale, e fu un conquistatore e un abile stratega come Annibale, Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte. A provvedere alla sua istruzione fisica, politica e militare fu personalmente il padre, che intendeva prepararlo a diventare un sovrano.
Nel 338 a.C. il principe aveva già offerto la sua prima grande prova militare, combattendo valorosamente a capo della cavalleria nella battaglia di Cheronea, nella quale i Macedoni stroncarono le truppe dei Greci. Alessandro, molto legato alla madre Olimpiade, ebbe a soffrire perché il padre l’aveva lasciata per passare a nuove nozze, ma conobbe un momento veramente drammatico quando nel 336 questi venne assassinato. Subito dopo, nel 335, soffocò una ribellione scoppiata in Grecia col sostegno della Persia, distruggendo Tebe e facendone schiava la popolazione.
Formata con i Greci sottomessi la lega di Corinto, Alessandro si propose di iniziare la conquista della Persia, un vecchio progetto del padre (era decisione sua di seguire le sue orme). Sbarcato in Asia, si recò in pellegrinaggio alla tomba di Achille presso Troia. Dopo aver liberato le città greche sottomesse dai Persiani, nella grande battaglia di Isso sconfisse le truppe del re persiano Dario III. Occupate la Siria e la Fenicia, Alessandro si volse contro l’Egitto, anch’esso governato dai Persiani, lo ridusse sotto il suo potere e fondò la città di Alessandria – Siwa, in Egitto, l’oracolo salutò Alessandro come “figlio di Ammone” (titolo tradizionalmente riservato ai faraoni).
La sua marcia alla conquista riprese penetrando la Mesopotamia, sconfiggendo ancora una volta i Persiani. Conquistò gran parte dell’impero Persiano come: Babilonia, Susa e Persepoli.
Il re Dario si diede alla fuga e Alessandro, proclamato re dell’Asia, per sottolineare la sua vittoria ordinò che il palazzo imperiale di Persepoli venisse incendiato e raso al suolo. Alessandro, oltre che al potere, ambiva anche alla gloria: infatti punì un satrapo (un governatore persiano) per aver assassinato re Dario, accattivandosi il favore del popolo. Lo condannò e decretò per Dario un funerale grandioso e solenne. Volendo apparire ai Persiani nelle vesti non soltanto del conquistatore ma anche in quelle del pacificatore, Alessandro sposò Rossane, figlia del sovrano della Battriana; ma questa decisione non fu bene accolta in Macedonia da una parte della classe dominante, la quale avrebbe voluto un matrimonio con una donna della sua stessa razza.
Riprese le sue conquiste nelle regioni presso il Mar Caspio – tra il 329 e il 327 – sottomise la Battriana e la Sogdiana (antiche regioni asiatiche in larga parte corrispondenti agli odierni Afghanistan, Usbechistan, Tagichistan), e da lì penetrò con il suo esercito fin nell’India settentrionale, aprendo orizzonti del tutto nuovi a straordinarie scoperte.
Scopo di Alessandro era allora consolidare il suo impero e instaurare buoni rapporti tra Macedoni, Greci e Persiani, anche se la sua sete espansionistica non fu soddisfatta a causa del troppo consumo di risorse umane e quant’altro. Pensò che un nuovo matrimonio potesse servire a questo scopo e costituire un esempio, pur essendo già sposato a Rossane si unì in matrimonio con la figlia di Dario, Statira, e fece anche sposare 80 ufficiali macedoni a giovani persiane. L’impero era però tutt’altro che consolidato, e il re macedone dovette reprimere pericolose rivolte. Una minaccia ancora più grave al suo potere venne dalle stesse sue truppe macedoni, scontente del tenore di vita abbracciato dal loro re: professando culti asiatici e sposando donne non elleniche. Poi Alessandro si ammalò e, dopo sette giorni, giunse la morte.
Ciò che Alessandro Magno lasciò in eredità fu una divulgazione di un mondo greco (cultura e religione), col suo grande impero macedone-greco-persiano aveva fatto perdere di credibilità la grandezza della Grecia stessa, seppur ne aveva divulgato la cultura. Ma la difficoltà di controllare un impero così grande lo piegò, soprattutto per l’enorme differenza culturale dei grandi popoli che vi erano al suo interno.
Dopo la sua morte l’impero fu sparso, i successori (diadochi) si divisero il territorio, il quale trovò il suo assestamento con la creazione di tre regni principali: la Macedonia, l’Egitto e l’Asia. La successiva frammentazione dell’impero asiatico portò alla nascita di alcuni regni più piccoli, fra cui quello di Pergamo. A questo assestamento pose fine la conquista romana tra il II e il I secolo a.C. Si può dire che la battaglia di Azio nel 31 a.C., che segnò la fine dell’indipendenza dell’Egitto, chiuse l’età ellenistica che aveva tratto le sue forze motrici dall’opera di Alessandro e le sue discendenze (esempio: Cleopatra VII).
L’eredità rimasta di Alessandro magno: Alessandria d’Egitto, Alessandria d’Aracosia (l’odierna Qandahār, in Afghanistan) e Alessandria sull’Isso (l’odierna Alessandretta, in Turchia).
Dalla storia al mito: l’ immenso impero edificato da Alessandro, partendo dalla Macedonia e dalla Grecia, giunse ad abbracciare l’Egitto in Africa e a estendersi in Asia fino al fiume Indo. In tal modo egli contribuì a creare nuovi legami tra i popoli soggetti e a intensificare i contatti tra culture e civiltà diverse, estendendo enormemente l’influenza della civiltà greca. Il giovane eroe, cui vennero conferiti attributi divini, dopo la sua morte diventò oggetto non soltanto di opere storiche, letterarie, musicali, pittoriche, scultoree, che ne hanno analizzato ed esaltato la figura a partire dall’antichità fino alla nostra epoca, ma anche di leggende scritte e orali fiorite specialmente nei paesi asiatici. Molte raffigurazioni lo rappresentano al galoppo sul suo destriero Bucefalo, alcune leggende narrano che fosse di una razza molto antica e, a oggi, rinomata: Akhal-Teke (una razza equina tipica del Turkmenistan, di cui è simbolo nazionale; è una delle più antiche razze equine del mondo che discende direttamente dal cavallo turcomanno ed è stata creata dalle tribù Tekè, le quali vivevano nelle oasi del Turkmenistan).

Pubblicato da isottafranci

Scrittrice, illustratrice, pittrice e appassionata in storia

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