Alla fine del VI secolo l’ultimo re della dinastia dei Tarquati fu cacciato da Roma; il suo posto venne preso da due magistrati annuali. La datazione del rovesciamento della monarchia, oltre alla data varroniana – 509 a.C. (505 nella cronologia assoluta) – disponiamo di due date assolute indipendentemente dal racconto tradizionale: la dedica del tempio capitolino (508 o 507) e la battaglia di Aricia (504).
Le fonti collegano alla nascita della repubblica due fondamentali innovazioni politiche: il trasferimento dell’imperium regio a due magistrati annuali dotati di pari potere, eletti dai comizi centuriati e chiamati prima praetores (capi) e poi, forse solo dopo il 367 a.C., consules (consiglieri?), e la delimitazione dello stesso imperium per mezzo del principio di provocatio, il diritto del cittadino di essere sottoposto al giudizio del popolo di fronte alla minaccia di una misura coercitiva capitale del magistrato.
Quindi, ricapitoliamo: mentre in età monarchica il potere era attribuito unicamente al re, nella Roma repubblicana venne affidato a due magistrati eletti annualmente dall’intera cittadinanza, riunita dai comizi centuriati, prima chiamati pretori e poi consoli.
Dopo la cacciata di Tarquinio il superbo per opera dei nobili Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino – considerati i primi magistrati della Roma repubblicana – il nome di re divenne infatti sinonimo di sopruso, e accuratamente evitato: l’unico suo uso linguistico fu nella funzione sacerdotale di rex sacrorum, officiante dei pubblici sacrifici.
La composizione del senato (la più autorevole assemblea decisionale dello stato romano) venne trasformata grazie all’inserimento di membri di estrazione plebea, chiamati conscripti (da cui la successiva denominazione dei senatori come patres conscripti). Questo decretò un aspro conflitto tra patrizi e plebei, accadde perché tra di loro ci furono profonde differenze di carattere economico, sociale e religioso (professavano culti differenti). C’è chi ha voluto vedere, ad esempio, nei patrizi i latini che si imposero sull’etnia sabina, cioè i plebei; oppure individuare nei patrizi gli etruschi conquistatori (etruschi erano i re Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo) che sottomisero la componente etnica latino-sabina, riducendola a plebe; ma mancano teorie innovative, che tendono a ridimensionare di molto il ruolo del patriziato in epoca arcaica. Certo è che la lotta che si sviluppò tra patrizi e plebei nelle prime fasi dell’età repubblicana portò alla progressiva abolizione di numerosi privilegi politico-sociali del patriziato. Nel 494 a.C. la secessione della plebe guidata da Menenio Agrippa diede luogo all’elezione dei tribuni della plebe (tribuni plebis).
Dal 367 al 133 a.C. Roma si espanse in Italia e nel Mediterraneo a seguito delle guerre sannitiche e delle guerre puniche. Dopo questi scontri Roma raggiunse una grande compattezza politico-istituzionale e sviluppò una florida economia. Ma tra 133 e 121 a.C. Roma dovette affrontare la questione agraria. Accadde che la piccola proprietà agraria entrò in crisi perché non riusciva più a essere competitiva con le grandi aziende agricole dei patrizi romani. Nonostante i tentativi di riforme democratiche dei fratelli Gracchi, le tensioni sociali si propagarono a Roma.
Nel 107 a.C. il generale Mario riorganizzò le forze militari, da qui partirono altre conquiste.
Furono conquistate la Numidia, Creta, la Siria e, il grande Caio Giulio Cesare prese la Gallia (tra 58 e 50 a.C.).
Nel I secolo a.C. la Repubblica cominciò a cedere. Lo scontro tra chi appoggiava al Senato la fazione dei populares e chi quella degli optimates si inasprì. Tra l’83 e l’82 a.C. la prima guerra civile a Roma vide scontrarsi i populares del generale Mario e gli ottimati del comandante Silla. Quest’ultimo ebbe la meglio e decise di assumere il titolo di dittatore a vita dopo aver eliminato i suoi nemici. I problemi interni non erano stati risolti: ne fu la prova la congiura organizzata contro la repubblica dal senatore romano Catilina e smascherata dall’avvocato Cicerone nel 63 a.C. (interesante è come viene affrontato l’argomento nel libro Gli affari del signor Giulio cesare, Bertolt Brecht).
I comandanti Pompeo, Crasso e Cesare – nonostante le differenze di partito – si unirono nel primo Triunvirato. Questa alleanza ebbe vita breve: morto Crasso, tra 49 e 45 a.C. scoppiò la seconda guerra civile romana in cui furono contrapposte le legioni di Cesare e quelle degli ottimati di Pompeo. Superato il fiume Rubicone nel 49 a.C. e sconfitto Pompeo, Cesare fu nominato dittatore di Roma. Dopo aver compiuto una serie di riforme venne ucciso il 15 marzo del 44 a.C.
Dopo la sua morte Roma affrontò una fase di grave instabilità, Ottaviano (suo figlio) assieme a Marco Aurelio e Marco Emilio Lepido crearono il secondo triunvirato (43 a.C.); rimisero ordine nella repubblica e si spartirono i possedimenti di Roma.
Dopo l’espulsione di Lepido dal triumvirato, Ottaviano divenne il padrone dell’Occidente e Antonio dell’Oriente. Quest’ultimo sposò la regina egizia Cleopatra e iniziò a vivere allontanandosi dagli usi romani. Ottaviano sfruttò lo scontento del Senato nei confronti di Antonio e gli mosse guerra. Nel 31 a.C. Ottaviano sconfisse Marco Antonio nella battaglia di Azio e nel 27 a.C. il Senato affidò tutti i poteri e il titolo di Augusto al figlio di Cesare per evitare una nuova crisi della repubblica.
Da qui nasceva l’impero…
Curiosità: a oggi si sa che l’antica Roma era una città di immigrati, sin dalle origini è stata un crocevia di civiltà (tutto questo si sa grazie alle analisi del DNA da ventinove siti archeologici). Il Dna analizzato è stato raccolto da resti di 127 individui vissuti a Roma e nelle aree vicine del Lazio nel periodo compreso tra 12.000 anni fa e l’Era Moderna. I dati dell’analisi hanno sorpreso gli studiosi che non si aspettavano di trovare una così ampia diversità genetica già al tempo delle origini di Roma. Con la nascita di Roma e il costituirsi dell’Impero Romano, la variabilità genetica si è arricchita ulteriormente, grazie all’arrivo di persone dai diversi territori dell’impero, con una predominanza dalle aree mediterranee orientali e del Vicino Oriente.
Roma antica, la repubblica